
Sally Rooney è un'autrice che divide il pubblico: profondamente amata da alcuni, non compresa o apertamente criticata da altri. Il suo successo si basa su una scrittura intima e consapevole, che tratta tematiche universali con uno stile sempre più affinato. Classe 1991, Rooney è giunta al suo quarto romanzo, Intermezzo, confermando la sua capacità di esplorare le relazioni umane con profondità e autenticità.
Come nei suoi precedenti lavori, anche in Intermezzo Rooney pone al centro le relazioni interpersonali, ma con una novità: il focus si sposta su un legame fraterno. I protagonisti, Ivan e Peter, sono due fratelli con dieci anni di differenza che affrontano la perdita del padre, un evento che li porta a riconsiderare il loro rapporto e il proprio posto nel mondo. La loro dinamica richiama in parte quella dei fratelli Karamazov, ma il romanzo si avvicina maggiormente a opere caratterizzate dal flusso di coscienza, come Dubliners di James Joyce, altro autore irlandese che ha segnato la letteratura con il suo stile innovativo.
Il titolo Intermezzo assume un significato preciso: rappresenta una pausa, un momento di sospensione tra due atti, come in una rappresentazione teatrale. Questo periodo di transizione consente ai due fratelli di vivere nuove esperienze, fare incontri significativi e rinsaldare rapporti. Esattamente come chi affronta un lutto e cerca un respiro prima di riprendere il proprio cammino, Ivan e Peter attraversano un "intermezzo" che li segna profondamente.
L’accento, ancora una volta, è posto sulle dinamiche interpersonali. La descrizione dettagliata dei momenti intimi fra i personaggi serve a far comprendere al lettore la stretta interdipendenza tra di loro. Anche la ripetizione di molte parole nel testo contribuisce a rendere la narrazione familiare e accessibile, senza risultare banale.
Rooney, come nei suoi precedenti libri, si concentra molto sui gesti dei suoi personaggi e sui dettagli fisici, come l’apparecchio per i denti di Ivan e il suo gesto di massaggiarsi la mascella durante un torneo di scacchi. Gli ambienti, specialmente notturni, sono descritti con grande precisione, e la notte stessa diventa un’interruzione dalla vita diurna, un altro tipo di "intermezzo".

Anche in questo romanzo, Rooney sceglie una narrazione in terza persona singolare, immergendoci nei pensieri più intimi dei protagonisti. Pur definendolo "flusso di coscienza frammentato", in realtà la narrazione non abbandona mai del tutto la struttura tradizionale: la punteggiatura è sempre rispettata, e i pensieri si susseguono in modo lineare, senza sovrapporsi o disperdersi, come invece accade in romanzi più sperimentali, come Assalonne, Assalonne! di William Faulkner. La struttura ordinata della prosa permette al lettore di seguire con chiarezza il mondo interiore di Peter, il personaggio su cui questo stile si concentra maggiormente.
Nel romanzo emerge con forza il peso del giudizio sociale. La relazione tra Ivan e Margaret, a causa della loro differenza di età, è considerata inaccettabile da chi li circonda, in particolare da Peter, che non esita a criticarla aspramente. Questo porta a una frattura tra i due fratelli. Tuttavia, lo stesso Peter vive una relazione con due donne, una delle quali molto più giovane di lui, senza percepirla come moralmente discutibile. Anche Margaret avverte il peso dello sguardo della comunità: vivendo in una piccola cittadina dalla mentalità chiusa, teme che la sua storia con Ivan venga scoperta e giudicata, e questa paura influisce profondamente sul suo modo di vivere la relazione.
Lo stile di Rooney è piano, lineare e semplice, rendendo il romanzo accessibile anche a chi non ha un’abitudine consolidata alla lettura. Tuttavia, in questo esperimento narrativo particolarmente introspettivo, che mescola racconto diretto e indiretto senza distinguere i dialoghi con l’uso delle virgolette, emergono alcune debolezze. La semplificazione estrema dei processi mentali dei protagonisti, sempre didascalici e talvolta banalizzati, può risultare un limite.
Inoltre, a differenza di autori come Philip Roth, mancano quelle frasi che riescono a dare finalmente voce e definizione alle emozioni profonde, quelle che il lettore potrebbe aver sempre provato senza mai trovare le parole giuste per esprimerle. Intermezzo resta comunque un’opera intensa e coinvolgente, ulteriore testimonianza della voce ormai riconoscibile di Sally Rooney.
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